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Celleno

Celleno è una piccola località che dista circa 80 km da Roma e 15 km da Viterbo, situata tra il lago di Bolsena a ovest e quello di Alviano a est. L’area urbana è abitata sin dall’epoca degli Etruschi. Il borgo antico, spesso citato come Castello Orsini, fu costruito intorno all’anno 1000 su uno sperone tufaceo a 341 m s.l.m.. Questo rilievo è collocato tra due piccoli fiumi (Briglie e Calenne), che nel tempo hanno eroso profondamente il substrato, formando profonde forre, come quella delle “Gole dell’Infernaccio”.

La geologia dell’area di Celleno si caratterizza per l’affioramento di una spessa coltre vulcanica e vulcano-sedimentaria avente uno spessore superiore a 100 metri, costituita dai prodotti eruttivi del Complesso Vulsino, attivo tra 490 e 127 migliaia di anni fa (Nappi et al., 1995).

Il Complesso Vulcanico Vulsino, caratterizzato da una prevalente attività esplosiva, è il distretto vulcanico più settentrionale del Lazio. Il principale elemento strutturale è la caldera vulcano-tettonica del lago di Bolsena, formatasi durante le ripetute fasi di eruzione e subsidenza, controllata da faglie regionali. In particolare, nell’area di Celleno affiorano estesamente i depositi da caduta e un’ignimbrite (Tufo di Bagnoregio o Ignimbrite di Orvieto) eruttati circa 370.000 anni fa e che probabilmente hanno provocato il collasso della caldera di Bolsena (De Rita, 1993). Nell’area si rinvengono anche sabbie siltose e silt marini pliocenici, che coprono sedimenti argillosi pleistocenici (Mancini et al., 2003-2004).

L’intera area del complesso vulcanico di Bolsena, e più in generale del Distretto dei Vulsini, è interessata da importanti fenomeni di degassamento, che danno origine a sorgenti termali, manifestazioni gassose generalmente ricche in CO2 e depositi di travertino (Cinti et al., 2011, 2014). Tra questi, l’area di Poggio degli ulivi, a circa 5 km da Celleno, rilascia in atmosfera circa 200 tonnellate di CO2 al giorno (Chiodini et al., 1999), mentre in prossimità di Cave Santo Stefano sono presenti estesi depositi di travertino, formati dalla risalita di fluidi ricchi di CO2 lungo faglie orientate NW (Cinti et al., 2014).

Celleno è stato oggetto di un’estesa prospezione dei gas del suolo nell’ambito del progetto di ricerca “Studio della migrazione e dei processi di accumulo del radon e di altri gas endogeni dal sottosuolo ai luoghi di lavoro e di residenza, e relazione con le caratteristiche geologiche”, in collaborazione con l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) e l’Istituito di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGAG), partner di RESPIRE. I dati acquisiti sono stati resi disponibili per RESPIRE, previa autorizzazione di INAIL, per scopi di ricerca. Essi includono misure dei gas del suolo e di flusso, contenuto di radionuclidi nei suoli provenienti da diverse formazioni geologiche, misure di radon indoor in 20 abitazioni private (numero che aumenterà nell’ambito di RESPIRE). Sono inoltre disponibili le mappe di concentrazione di 222Rn e CO2 nei suoli, e quella del potenziale geogenico di radon del territorio di Celleno

Referenze:

  • Chiodini et al.,1999. Chem. Geol. 159, 205–222.
  • Cinti et al., 2014 Chem. Geol. 371, 96–114.
  • De Rita 1993. Il vulcanismo. In: Società Geologica Italiana (ed) Guide Geologiche Regionali: Lazio. 50-64
  • Mancini et al., 2003–2004 Geol. Rom. 37, 175–236.
  • Nappi et al.,1995 Boll. Soc. Geol. It. 114, 599–613.