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Informazioni sul radon

Introduzione

Il radon (222Rn) è un gas radioattivo incolore, inodore ed invisibile che si forma continuamente sulla Terra. Si origina dal decadimento radioattivo dell’uranio (238U), naturalmente presente in modeste quantità in tutte le rocce e nei suoli. Alcuni tipi di rocce, come ad esempio graniti e rocce vulcaniche, contengono più uranio rispetto ad altre, e perciò producono molto più radon.

Come si forma il radon?

Durante il processo di decadimento dell’uranio si formano altri elementi, anch’essi instabili, che decadono a loro volta finché non si forma un elemento stabile. L’energia che viene rilasciata durante il decadimento è chiamata radiazione (particelle alfa e beta e raggi gamma). Le particelle alfa sono più dannose rispetto alle particelle beta e ai raggi gamma poiché hanno un’energia maggiore e sono adsorbite su un’area minore.

Perché il radon è rischioso per la nostra salute?

Il radon è l’unico elemento allo stato gassoso nella catena del decadimento dell’uranio. Inoltre esso è instabile, poiché il suo decadimento produce particelle alfa e gli elementi così prodotti possono attaccarsi al particolato presente nell’aria. In questo modo esso può essere inalato facilmente ed entrare nei nostri polmoni; le particelle alfa emesse dal decadimento di queste particelle sono adsorbite nei tessuti dei polmoni, causando così danni al DNA delle cellule e di conseguenza la possibilità di ammalarsi di cancro. Le particelle alfa non riescono a penetrare la cute, ma può invece colpire i tessuti interni costituiti da cellule che non possono fermare questo tipo di radiazione.

Per questa ragione, il radon è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) come Gruppo 1, ossia come causa nota del cancro negli esseri umani. L’Agenzia Americana per la Protezione Ambientale stima che il radon ogni anno negli Stati Uniti provoca circa 21.000 morti per cancro ai polmoni. Tuttavia, altre ricerche forniscono stime differenti per il cancro ai polmoni nell’uomo e negli animali, ma comunque c’è un generale accordo sul fatto che l’esposizione al radon rappresenta la seconda principale causa del cancro al polmone in soggetti non fumatori (1 su 20). Il rischio aumenta fino a 1 ogni 3 per soggetti fumatori.

Come e dove siamo esposti al radon?

L’aria atmosferica contiene una minima concentrazione di radon (circa 10 Becquerel al metro cubo, Bq/m3), pertanto la maggior parte dell’esposizione al radon si ha in ambienti chiusi all’interno degli edifici (radon indoor). Il radon, formatosi dal naturale decadimento dell’uranio e del torio nei suoli, può muoversi verso l’alto nel terreno ed entrare nelle case o in ambienti di lavoro attraverso i muri, i solai, fratture e aperture nelle fondazioni, finestre e condutture d’acqua e serbai idrici. Inoltre, esso può essere rilasciato all’interno degli edifici anche dai materiali da costruzione e dalle acque. Generalmente, i pianoterra e le cantine hanno i valori di radon più elevati poiché sono situati in prossimità della sorgente di radon e hanno una ventilazione scarsa. Alcuni edifici, tuttavia, possono avere elevate concentrazioni anche ai piani superiori a causa dei materiali edili, o per la ventilazione artificiale.

La legislazione sul radon

La recente Direttiva Europea 2013/59/EURATOM del 5 dicembre 2013 (Norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e abrogazione delle Direttive 89/618/EURATOM, 90/641/EURATOM, 96/29/EURATOM, 97/43/EURATOM e 2003/122/EURATOM) (https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/documents/CELEX-32013L0059-...), che dovrebbe essere adottata dagli Stati Membri entro febbraio 2018, stabilisce che gli Stati Membri debbano promuovere azioni volte a indentificare edifici con concentrazioni di radon (su media annua) superiori ai livelli di riferimento e incoraggiare le misure atte a ridurre il radon (Art.74-2 e Art. 103-1,2,3).

Al punto 22 del preambolo alla Direttiva si legge che “Recenti risultati epidemiologici di studi residenziali dimostrano un incremento statisticamente significativo di cancro ai polmoni dovuto alla prolungata esposizione al radon indoor al di sopra di 100 Bq/m3. Per evitare effetti negativi sulla salute umana è importante assicurarsi che i livelli di radon negli ambienti di lavoro e nelle case private non ecceda i 300 Bq/m3 (Art. 54-1 and Art. 71-1), ma si raccomanda di tenere le concentrazioni al di sotto di 100 Bq/m3. Il punto 24 del preambolo accenna al fatto che “Qualora, a causa di prevalenti circostanze nazionali, uno Stato Membro stabilisce un livello di riferimento per le concentrazioni di radon indoor nei luoghi di lavoro più alto di 300 Bq/m3, lo Stato Membro deve inviare l’informazione alla Commissione”.

Come possiamo ridurre i livelli di radon negli ambienti di lavoro e nelle case?

È sicuramente consigliabile controllare la qualità dell’aria negli edifici pubblici e nelle case private, per proteggere la popolazione dall’esposizione al radon. L’azione di bonifica più importante consiste nella ventilazione degli ambienti. Finestre e porte aperte permettono all’aria fresca di entrare e di ridurre le concentrazioni di radon nelle case.  La ventilazione naturale è soltanto una soluzione temporanea e che può essere utilizzata fino a quando un sistema di mitigazione ulteriore verrà applicato. La maggior parte dei sistemi di mitigazione consiste in ventilatori pressurizzati o impianti di aspirazione che creano un vuoto nello spazio, intrappolando il radon.

Il progetto RESPIRE ha l’obiettivo di fornire uno strumento integrato per il monitoraggio e la bonifica automatici e continui del radon per tutti coloro che necessitano ridurre l’esposizione al radon. Il prototipo progettato in RESPIRE consiste in uno SNAP, un sensore di radon e un sistema di depressurizzazione del solaio basato su una pressione positiva, attualmente non possibile in tutta Europa, specialmente nei mesi invernali. Il sistema innovativo di RESPIRE è capace di recuperare circa l’80% del calore dall’aria estratta dalla casa e di trasferire questo calore nell’aria immessa dall’esterno, completamente in modo passivo.